Bruna Orlandi

Nata a Napoli nel 1959, vive a Milano. Associata alla Società Italiana per lo Studio della Fotografia, ha partecipato alla realizzazione del progetto Archivio dello Spazio – dieci anni di fotografia italiana sul territorio della Provincia di Milano – 1991/2001, curato da Roberta Valtorta; ha realizzato diversi reportage in Argentina dal 1992 al 2002 presentati in esposizioni nazionali e internazionali; ha pubblicato reportage sulla guerra in Libano, sui flussi migratori in Italia, Marocco e Spagna e sulle tematiche ambientali e culturali per la rivista mensile Galatea e per alcuni quotidiani nazionali; dal 2001 al 2014 ha seguito il conflitto israelo-palestinese con reportage presentati in una mostra personale al Castel Dell’Ovo per l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli; ha realizzato un reportage in Russia durante la caduta dell’ex Unione Sovietica esposto nel 2012 allo Spazio Polifemo della Fabbrica del Vapore del Comune di Milano. Ha partecipato con mostre personali alle edizioni 2014 e 2015 di Photofestival, circuito espositivo annuale per la fotografia d’autore e nel 2017 e 2018 a Photo Week di Milano.


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Black Lives Matter

(BLM, letteralmente “le vite dei neri contano”) è un movimento attivista internazionale, originato all’interno della comunità afroamericana, impegnato nella lotta contro il razzismo, perpetuato a livello socio-politico, verso le persone nere. Black Lives Matter organizza regolarmente delle manifestazioni per protestare apertamente contro gli omicidi delle persone nere da parte della polizia, nonché contro questioni più estese come profilazione razziale, brutalità della polizia e disuguaglianza razziale.In seguito alla sparatoria di due agenti di polizia a Ferguson, alcuni sostenitori della polizia hanno creato l’hashtag #BlueLivesMatter. Le proteste per la morte di George Floyd nel 2020 hanno nuovamente reso il movimento oggetto dell’attenzione dei media internazionali. Dopo manifestazioni in tutta Italia, da Torino a Palermo, anche a Milano si è tenuta la manifestazione Black Lives Matter – Il razzismo non ci fa respirare.

Le manifestazioni in Italia ed Europa sono avvenute in solidarietà con il movimento BLM negli Stati Uniti, ma anche per denunciare il razzismo sistemico nei rispettivi paesi. Ovunque si sono chiesti 8 minuti e 46 secondi di silenzio, il tempo in cui George Floyd è rimasto costretto sotto il ginocchio di Derek Chauvin.I cartelli e i discorsi a Milano hanno ricordato anche le morti nel Mediterraneo, i braccianti, le tante cittadinanze negate e le vittime della violenza razzista in Italia. Tra loro Abdoul Guiebre, Abba, il 19enne ucciso a sprangate nel 2008 a pochi passi dalla Stazione Centrale a Milano. Era accusato di aver rubato una scatola di biscotti, ed è in via Zuretti, luogo dell’omicidio, che c’è stato uno dei momenti più intensi del corteo cittadino.


Non Una Di Meno 

Al grido di Non Una di Meno mutuato dalle sorelle argentine, da quattro ormai è esploso, a livello globale, un nuovo movimento femminista: non una donna ammazzata o maltrattata di più, certo, ma non basta! Un’esplosione desiderante che è tornata ad occupare lo spazio pubblico a riappropriarsi della decisione sui corpi e sulle vite, per riaffermare la forza politica delle donne che si sono riprese le strade, con l’ambizione di sovvertire l’ordine del discorso e del mondo patriarcale e neo liberale. Dopo la partecipata assemblea a Roma del 27 novembre 2016, si sono costituite centinaia di assemblee di Non Una di Meno in moltissime città, scatenando un processo ampio di convergenza tra donne, femministe, transfemministe e queer, soggettività LGBT*QIA+. Quello stesso processo che, l’8 marzo 2017, ha portato al primo sciopero globale delle donne dal lavoro produttivo e riproduttivo in oltre 70 Paesi, dalla Polonia all’Argentina, dagli Stati Uniti alla Turchia, dalla Spagna al Ciad, dal Brasile alla Svezia. Un grande movimento di partecipazione, autorganizzazione, condivisione di analisi, saperi e pratiche di lotta ha prodotto mappature e auto-inchieste diffuse sulle condizioni di vita, di lavoro, sulle relazioni in cui la violenza patriarcale si riproduce, si consuma e ci consuma.