Antonella Monzoni
Pratica una fotografia di reportage profondamente umanista con una spiccata cifra intimista tesa all’assimilazione culturale del ricordo. Così in Madame (Premio Giacomelli 2007 e Selezione PhotoEspana-Descubrimientos 2008), in Somewhere in Russia (Premio Chatwin per la fotografia 2007) e in Silent Beauty (Menzione d’onore IPA 2008). Nel 2009 con Ferita Armena riceve la Menzione Speciale Amnesty International Festival dei Diritti, è finalista al Premio Ponchielli e selezionata al estival Visa pour l’Image di Perpignan. Sempre nel 2009 vince il Best Photographer Award al Photovernissage di San Pietroburgo e nel 2010 viene proclamata Autore dell’Anno FIAF. Dal 2011 fa parte del Collettivo Synap(see). Nel 2012 riceve il primo premio VIPA, Vienna International Photo Award. Nel 2015 le viene riconosciuto il Premio Internazionale di Fotografia Scanno dei Fotografi. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2016 il suo libro Ferita Armena ha vinto il Premio Bastianelli come miglior libro fotografico pubblicato in Italia.
Dimenticanza
Odi le visite e i dottori. Ti senti giudicata, inadatta, mai preparata.
Riconosci per prima la tua malattia ed è inutile dirti tranquilla, non è un esame, se sbagli nessuno ti sgrida, nessuno si arrabbia.
Pezzi interi della tua esistenza stanno scivolando via, non ti riconosci più allo specchio, domandi a te stessa Chi sei?
A volte non ti perdono di aver perso il controllo di te, di non riconoscermi come figlia. Mi sorridi, intuisci che il mio è un viso a te caro.
Il tuo corpo è invecchiato, segue il declino dei tuoi pensieri. Per salire le scale afferri con entrambe le mani il passamano della ringhiera e issi tutto il peso del tuo corpo da un gradino all’altro con fatica sempre crescente. Conti i passi per riconoscere che sei viva.
Ho rabbia dentro, la trito tra i denti stretti. Ho paura. Anche tu ne hai, lo vedo dagli occhi sempre più privi di espressione.
Una mano invisibile ti ha cancellato tutti i ricordi. Non hai più luce.
Sei vittima della tua dimenticanza.
L’Alzheimer è una malattia invisibile, subdola, il cui sintomo precoce è la dimenticanza, la difficoltà nel ricordare gli eventi recenti.
L’Alzheimer è una forma di demenza, un processo degenerativo che pregiudica progressivamente le cellule cerebrali, rendendo poco a poco l’individuo incapace di una vita normale e colpendo la famiglia che spesso non sa come gestire il malato.
A livello globale la demenza colpisce 47 milioni di persone e in Italia si stimano 1.241.000 casi.
I servizi e la ricerca sono ancora del tutto insufficienti.












Madame
Madame era Henriette Niépce, prima moglie del regista Gillo Pontecorvo e sorella della famosa Janine, una delle prime donne photoreporter scomparsa nel 2007.
Era pronipote di Nicephore Niépce, riconosciuto inventore della fotografia.
Concedeva pochissime visite, soffriva di cuore e faticava a camminare. Da oltre cinquant’anni viveva sola, per scelta, nella vecchia casa di famiglia in Borgogna, circondata da vigneti, dove il tempo si era fermato. Non usciva mai, dalle finestre entrava poca luce e le stanze buie erano illuminate da lampade. Non voleva nessuno in casa, nemmeno una femme de ménage.
Era bellissima, lo dimostrano i ritratti della sorella pubblicati sui libri fotografici. Era pittrice, ma non dipingeva da molti anni. Fu una grande pasionaria a fianco del marito con il quale partecipò alla resistenza antifascista in Italia.
L’ho incontrata grazie alla presentazione del dottor François, il suo medico, mi ha concesso di farle visita e dopo un paio di incontri ho iniziato a fotografare.
Madame è scomparsa l’8 settembre 2010 a 94 anni.











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