Raffaella Benetti

Nata a Rovigo nel 1961. Formatasi tra Venezia e Roma, studia Filosofia e Architettura e Arti per la Liturgia, percorso che le permette l’apertura a diversi linguaggi: pittura, scultura, fotografia. Dal 2007 la fotografia diventa il mezzo privilegiato per esprimere riflessioni, visioni, mentre nei primi anni di ricerca il fotogramma – fotografia off – camera – è al centro del suo interesse. Per l’artista il fotogramma e la fotografia equivalgono a dipingere con la luce e alla libera sperimentazione. Realizza progetti con particolare riferimento al concetto di Tempo e sull’effetto che esso provoca sulle Cose di Natura, la loro fragilità e trasformazione come nel progetto Vanitas. La sua poetica parte dall’atto del guardare e sconfina attraverso l’atto fotografico in una dimensione altra, oltre la forma esteriore che porta a catturare non ciò che si vede davanti a sè ma ciò che si conosce e che innesca una stratificazione, una sedimentazione di oggetti, citazioni, rimandi, simboli e parole. Tra le esposizioni fotografiche: Rondò alla Galleria D’Arte Arkè di Venezia nel 2019; Vanitas, MIA Photo Fair a Milano nel 2017, Vanitas alla Bag Gallery di Parma nel 2016; Wopart, Work on Paper Fair a Lugano nel 2016; Paesaggio Italiano alla Galleriad’Arte Moderna e Contemporanea di Silistra (Bulgaria) nel 2013, A Bridge Across Europe all’Eduard Vilde Museum di Tallin nel 2013.


Vanitas

In questo progetto ho voluto trattare il tema della Vanitas, tema ricco come pochi altri di simbologie e rimandi allegorici che mi ha sedotta con il suo fascino suggerendo una meditazione sull’effetto che il tempo provoca sulle “cose di natura”, la loro fragilità, trasformazione, decadimento della materia, decadimento che conserva una sua profonda bellezza. La vita è trasformazione. Ho voluto evidenziare in modo esplicito l’iterarsi dell’indizio lasciato dal tempo, variato a seconda del frutto o del fiore toccato. La spaccatura del melograno, con i suoi semi quasi messi a nudo dal colpo di luce, ferita purpurea, le fragole nel loro massimo rigoglio e freschezza opposte al loro avvizzimento, il fico nella sua metamorfosi, la calla appassita, sono aspetti che amo cogliere. Il tempo bloccato e offerto all’attenzione. La tensione emotiva che deriva è ciò che cerco.

Non voglio cogliere una visione di superficie ma sconfinare attraverso l’atto fotografico in una dimensione altra, oltre la forma esteriore. La traduzione della parola in immagine ha un effetto immediato, simultaneo. E’quindi l’altro tempo, il Kairos, l’istante che si coglie.


PASSAGES

In questo progetto Stanze tangibili diventano racconto esplicito di luoghi interiori, spazi dell’anima. Nelle fotografie la luce invita a oltrepassare la soglia di luoghi che rappresentano un passaggio dal di qua concreto e conosciuto, al di là ignoto e aperto a ogni possibilità.


Contatti:
www.raffaellabenetti.it